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ISSN 1970-7932

Associazione Thomas International
Anno I - Numero 0 - Maggio 2006 
     
 

La diagnosi prenatale

di Angelo Cafaro

 

 

Considerazioni introduttive

Sono trascorsi ormai quasi 40 anni da quando, per la prima volta, si è introdotta nella pratica medica la cosiddetta diagnosi prenatale (dpn), vale a dire la possibilità, attraverso adeguate metodiche strumentali e di laboratorio, di ottenere dati relativi alle condizioni di salute di un nuovo essere umano già durante il periodo della gestazione.

Nel corso degli anni, tali metodiche diagnostiche si sono progressivamente perfezionate offrendo attualmente un notevole aiuto nel campo della medicina prenatale e della neonatologia. Nei casi più fortunati, la diagnosi precoce di una condizione di malattia del feto può consentire interventi terapeutici (medici e/o chirurgici) estremamente tempestivi (non solo in epoca neonatale, ma anche durante la stessa gestazione) e pertanto più efficaci al fine di con­sentire la sopravvivenza del concepito.

Per quanto concerne le malattie che, allo stato attuale delle conoscenze, la dpn consente di evidenziare esse possono essere tutte raggruppabili in alcune tipologie nosologiche: le anomalie cromosomiche, le emoglobinopatie, le malattie metaboliche, le affezioni X-linked , varie e numerose malattie geniche, le malformazioni somatiche e viscerali[1]