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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 102

Sulle cause dei precetti cerimoniali

ARTICOLO 1

 

I precetti cerimoniali hanno una causa?

 

 

Circa il primo punto procediamo così. Sembra che i precetti cerimoniali non abbiano una causa. Infatti a proposito del passo della Lettera agli Efesini (2, 15) «annullando la legge di prescrizioni con i decreti... »,  la Glossa dice: «cioè annullando la legge antica, rispetto alle osservanza e materiali, con i decreti, cioè con i precetti evangelici, che provengono dalla ragione». Ma se le osservanza della legge antica fossero state fondate sulla ragione, inutilmente sarebbero stati annullati attraverso i decreti della legge nuova. Dunque le osservanza cerimoniali della legge antica non avevano alcuna giustificazione razionale.

 

2. Inoltre, la legge antica successe alla legge di natura. Ma nella legge di natura vi era qualche precetto che non aveva alcuna giustificazione razionale se non quella di provare l'obbedienza dell'uomo, come dice a Agostino (8 Super Gen. ad litt., cc. 6 e 13), a proposito della predizione relativa all'albero della vita unto dunque anche nella legge antica dovevano essere dati dei precetti attraverso i quali veniva provata l'obbedienza dell'uomo, i quali non avevano in sé alcuna giustificazione razionale.

 

3. Inoltre, le opere dell'uomo si dicono morali in base al fatto che deriverà dalla ragione. Se dunque vi fosse stata una ragione dei precetti cerimoniali, questi non sarebbero stati differenti dei precetti morali o sembra dunque che i precetti cerimoniali non abbiano alcuna causa: la ragione di una precetto si desume infatti dalla sua causa.

 

Ma di contro vi è quello che si dice nel Salmo 18, (9): «I comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi». Ma i precetti cerimoniali in sono di Dio. Dunque sono limpidi. Cosa che non sarebbe, se non avessero una causa razionale. Dunque i precetti cerimoniali hanno una causa razionale.

 

Rispondo dicendo che, essendo l’ordinare, come dice il filosofo nel primo libro della Metafisica [c. 2], proprio del sapiente, era necessario che quelle cose che procedono dalla sapienza divina fossero ordinate come dice l'apostolo nella Lettera ai Romani (13, 1). E, perché una cosa sia ordinata sono necessarie due condizioni. In primo luogo che sia ordinata alla fine debito, che è principio di tutto l'ordine delle cose da fare: infatti quelle cose che avvengono per caso, senza l'intenzione di un fine, e sono fatte non sul serio ma per gioco, diciamo che sono disordinate. In secondo luogo che il mezzo sia proporzionato al fine. E da ciò deriva che la giustificazione dei mezzi si desume dal fine: così ad esempio la ragione della struttura di una sedia si desume dal segare, che è il fine per cui la sega è fatta, come dice Aristotele nel secondo libro della Fisica [c. 9]. Ora, è chiaro che i precetti cerimoniali, così come tutti gli altri precetti della legge, furono emanati dalla sapienza divina; di conseguenza, si dice nel Deuteronomio (4, 6): «Questa è la vostra sapienza ed intelligenza al cospetto dei popoli». Di conseguenza è necessario concludere che i precetti cerimoniali sono ordinati ad un qualche fine, dal quale possono essere determinate le loro cause razionali.

 

Risposta al primo argomento: le osservanze della legge antica possono dirsi senza la ragione, per il fatto che non hanno una giustificazione in sé medesime, come ad esempio quella di non esser un vestito con lana e lino. Tuttavia potevano avere una ragione dall'essere ordinate ad altro, cioè perché prefiguravano o escludevano qualche altra cosa. Ma i decreti della legge nuova, che consistono principalmente nella fede e dell'amore di Dio, sono ragionevoli per la natura stessa degli atti che esse implicano.

 

Risposta al secondo argomento: la proibizione relativa all'albero della conoscenza del bene e del male non dipendeva dal fatto che questa pianta era naturalmente un male: tuttavia questa stessa proibizione aveva una ragione derivante dall'essere ordinata ad altro, nella misura in cui cioè attraverso essa qualcos'altro veniva raffigurato. E così anche i precetti cerimoniali della legge antica hanno una ragione in virtù del loro essere ordinati ad altro.

 

Risposta al terzo argomento: i precetti morali in base alla loro stessa natura hanno cause razionali, così «Non uccidere, Non rubare». Ma i precetti cerimoniali hanno cause razionali in virtù del loro essere ordinati ad altro, come è stato detto.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova