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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 100

Sui precetti morali

ARTICOLO 7

 

I precetti del decalogo sono redatti in modo adeguato?

 

 

Circa il settimo punto procediamo così: Sembra che i precetti del decalogo siano redatti in modo non adeguato (Es. 20; Deut. 5, 6 e ss.). Infatti, i precetti affermativi ordinano agli atti virtuosi, mentre quelli negativi ritraggono dagli atti viziosi. Ma virtù e vizi si contrappongono in qualsiasi materia. Dunque, in qualsiasi materia a proposito della quale ordina un precetto del decalogo doveva esserci un precetto affermativo e uno negativo. In modo non adeguato quindi sono posti alcuni precetti affermativi e altri negativi.

 

2. Inoltre, Isidoro dice (2 Etymol. c. 10; 5, c.3): «Ogni legge è costituita dalla ragione». Ma tutti i precetti del decalogo riguardano la legge divina dunque, in tutti doveva essere indicata la ragione e non soltanto nel primo e nel terzo precetto.

 

3. Inoltre, attraverso l’osservanza dei precetti si meritano dei premi da Dio. Ma le divine promesse riguardano appunto i premi dei precetti. Dunque doveva essere indicata una promessa in tutti i precetti, e non solo nel primo e nel quarto.

 

4. Inoltre, la legge antica è detta «Legge del timore», nella misura in cui attraverso la minaccia delle pene induceva alla osservanza dei precetti. Ma tutti i precetti del decalogo riguardano la legge antica. Dunque la minaccia della pena doveva essere indicata in tutti i precetti e non solo nel primo e nel secondo.

 

5. Inoltre, tutti i precetti di Dio si devono conservare nella memoria; si dice infatti nei Proverbi (3, 3): «Scrivili sulle tavole del tuo cuore». In modo non adeguato, quindi, solo nel terzo precetto viene menzionata la memoria. E così sembra che i precetti del decalogo siano stati redatti in modo non adeguato.

 

Ma di contro vi è ciò che si dice nel Libro della Sapienza (11, 21): «Dio dispose tutto in numero, peso e misura». Molto di più quindi nei precetti della sua legge seguì un giusto modo di scrivere.

 

Rispondo dicendo che, nei precetti della legge divina è racchiusa la massima sapienza; per questo si dice nel Deuteronomio (4, 6): «E’ questa la vostra sapienza ed  intelligenza davanti ai popoli». E perciò deve essere chiaro che i precetti della legge sono redatti in modo adeguato.

 

Risposta al primo argomento: sempre all’affermazione segue la negazione del contrario, ma non sempre alla negazione di uno dei contrari segue l’affermazione dell’altro. È, infatti, logico dire: «se una cosa è bianca non è nera»; tuttavia non è logico dire: «se una cosa non è nera, quindi è bianca». Infatti, la negazione è più estesa dell’affermazione. E quindi anche il comando di non commettere ingiuria, che costituisce un precetto negativo, si estende a più persone in base al dettato primo della ragione, rispetto a quei precetti che impongono il dovere di ossequiare o prestare servizio a qualcuno. Ora, per prima cosa il dettame della ragione dice che uno è tenuto a prestare servizio o a mostrare onore verso quelli dei quali ha ricevuto benefici, se non li ha ancora ricompensati. Due, poi, sono quelli dei cui benefici nessuno potrà dare ricompensa sufficiente, cioè Dio e il padre, come si dice nell’ottavo libro dell’Etica Nicomachea (c. 14). E perciò sono posti due soli precetti affermativi: quello che comanda di onorare i genitori e quello che riguarda la celebrazione del sabato in ricordo del beneficio divino.

 

Risposta al secondo argomento: quei precetti che sono esclusivamente morali hanno una evidente ragione; quindi non era necessario che ad essi si aggiungesse alcuna ragione. Ma ad alcuni precetti si aggiunge una determinazione cerimoniale o di un precetto morale comune, come nel primo precetto, «Non farai sculture» e nel terzo in cui si determina il giorno del sabato. E perciò in entrambi questi casi era necessario dare una ragione.

 

Risposta al terzo argomento: gli uomini per lo più ordinano i loro atti ad una qualche utilità. E perciò in quei precetti, dai quali pareva che non seguisse nessuna utilità o che qualche utilità fosse impedita, era necessario apporre la promessa del premio. Infatti, ad esempio, quando i genitori sono già in declino, da loro non ci si aspetta nessuna utilità. E perciò al precetto di onorare i genitori è aggiunta la promessa. E in maniera simile anche il precetto che proibisce l’idolatria, perché ciò sembrava impedire l’apparente utilità che gli uomini credono di potere conseguire patteggiando con i demoni.

 

Risposta al quarto argomento: le pene sono necessarie specialmente contro quelli che sono inclini al male, come si dice nel decimo libro dell’Etica Nicomachea (c. 9). E perciò solo a quei precetti della legge, nei quali vi era l’inclinazione al male, si aggiunge la minaccia delle pene. Ora, gli uomini erano inclini all’idolatria a causa della generale consuetudine dei popoli. E in maniera simile gli uomini sono inclini anche allo spergiuro, a causa della frequenza dei giuramenti. E perciò ai primi due precetti è aggiunta la minaccia.

 

Risposta al quinto argomento: il precetto relativo al sabato fu posto per ricordare un beneficio passato. E perciò specialmente in esso si fa riferimento alla memoria. – Oppure perché il precetto del sabato ha una determinazione aggiunta che non rientra nella legge naturale; e perciò questo precetto aveva bisogno di una speciale ammonizione.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova