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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 101

Sui precetti cerimoniali in se stessi

ARTICOLO 3

 

I precetti cerimoniali devono essere molti ?

 

 

Circa il terzo punto procediamo così. Sembra che i precetti cerimoniali non debbano essere molti. Infatti, i mezzi per conseguire un fine devono essere proporzionati al fine. Ma i precetti cerimoniali, come è stato detto [aa. 1 2], sono mezzi ordinati al culto di Dio e a figurare il Cristo. Infatti è «uno solo é Dio da cui viene tutto; e uno solo é il Signore Gesù Cristo, attraverso il quale sono tutte le cose», come si dice nella Prima lettera ai Corinzi (8, 6).

 

2. Inoltre, la molteplicità dei precetti cerimoniali era occasione di trasgressione, in base a quello che dice Pietro (Act. 15,10): «perché mai tentate di Dio, a porre sul collo dei discepoli un giogo, che né i padri nostri né noi abbiamo potuto portare?». Ma la trasgressione dei precetti divini é contraria alla salvezza umana. Perciò, poiché ogni legge deve giovare alla salvezza degli uomini, come dice Isidoro [2 Etymol. c. 10; 5, c. 3], sembra che non debbano essere dati molti precetti cerimoniali.

 

3. Inoltre, i precetti cerimoniali riguardano il culto di Dio esteriore e corporeo, come è stato detto [a. prec.]. Ma la legge doveva ridurre un culto di tal genere, perché doveva preparare alle Cristo, il quale ha insegnato agli uomini ad adorare Dio «in spirito e verità» (Gv. 4, 23). Non devono dunque essere dati molti precetti cerimoniali.

 

Ma di contro vi è quello che dice il profeta Osea (8, 12): «Scriverò in essi leggi molteplici» e quello che dice Giobbe (11, 6): «Per manifestarti i segreti della sapienza, il fatto che sia molteplice la sua legge».

 

Rispondo dicendo che, come è stato detto sopra [q. 96, a. 1], ogni legge è data ad un popolo. Ora, nel popolo ci sono due generi di uomini: quelli che sono propensi al male e che devono essere tenuti a freno dalla legge, come è stato detto sopra [q. 95, a. 1], e quelli che hanno un'inclinazione verso il bene, o per natura o per consuetudine, o ancor di più per grazia; tali uomini devono essere attraverso i precetti della legge istruiti e indirizzati verso il meglio. Dunque sia per gli uni sia per gli altri, era giusto che nell'antica legge vi fossero molteplici precetti cerimoniali. Infatti in quel popolo vi erano alcuni propensi all'idolatria, e perciò era necessario distoglierli da essa e richiamarli al culto di Dio con i precetti cerimoniali. E poiché gli uomini si davano all'idolatria e in diverse maniere, era necessario che al contrario venissero istituite molte pratiche per reprimerla; era dunque necessario imporre a costoro molti precetti, in modo che, come gravati dalle pratiche del culto di Dio, non avessero tempo per dedicarsi a quelle dell'idolatria.
E anche rispetto a coloro che invece erano disposti al bene era necessaria una molteplicità di precetti cerimoniali. Sia perché la loro mente veniva riportata a Dio in diversi modi e con maggiore assiduità; sia perché il mistero di Cristo, che in tal modo i precetti cerimoniali figuravano, doveva portare al mondo molteplici vantaggi e su di lui molte erano le cose da considerare e che dunque era necessario venissero figurate da diversi precetti cerimoniali.

 

Risposta al primo argomento: quando il mezzo ordinato al fine è sufficiente alla conseguimento del fine, ne basta uno per ogni fine: così una medicina da sola, se è efficace, è sufficiente ad indurre la guarigione, e allora non è necessario moltiplicare le medicine. Invece la debolezza e l'imperfezione dei mezzi ne impone la pluralità: così si somministrano molteplici rimedi all'infermo, quando uno solo non basta guarirlo. Ora, le cerimonie della legge antica erano inadeguate e imperfette sia a rappresentare il mistero di Cristo, che è supereminente, sia a sottomettere le menti degli uomini e Dio. Di conseguenza l’Apostolo dice (Eb. 7, 18): «é stata abrogata la legge precedente, a causa della sua infermità e inutilità: poiché la legge non ha portato nulla a perfezione».  E perciò fu necessario moltiplicare tali cerimonie.

 

Risposta al secondo argomento: è proprio di un legislatore sapiente per mettere le trasgressioni più piccole, al fine di evitarne di più grandi. E perciò, al fine di evitare la trasgressione dell'idolatria, e la superbia che sarebbe nata nel cuore dei giubilei si avessero adempiuto tutti i precetti della legge, Dio non omise di istituire molteplici precetti cerimoniali, a nonostante la facilità con la quale gli avrebbero trasgrediti.

 

Risposta al terzo argomento: la legge antica ridusse in molte cose il culto espresso con il corpo. Per questo stabilì che i sacrifici venissero offerti in nonna in tutti luoghi, né da tutti. E stabilì molte altre cose di tal genere finalizzate alla riduzione del culto esteriore, come ha detto anche l'egiziano Mosè Maimonide [Doct. Perplex., P. 3, c. 30]. Tuttavia era necessario non ridurre il culto corporale non tanto che gli uomini si volgessero il culto dei demoni.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova