Home About International University Project Conferences Courses Lectures Projects Publications Readings Contribute Contact      

home \ projects \ step \ trattato sulla legge \ quaestio 108 \ articolo 4

STEP home

Trattato sulla Legge

Conferenze

Saggi

Studiosi

Link utili

 

 


 
 
STEP - St. Thomas Education Project
 
     
 
<<<   ARTICOLO   >>>
 
 

SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 108

Sulle cose che sono contenute nella legge nuova

ARTICOLO 4

 

Nella legge nuova sono stati proposti determinati consigli in maniera appropriata?

 

 

Circa il quarto punto procediamo così. Sembra che in maniera non appropriata nella legge nuova siano stati proposti determinati consigli. I consigli infatti si danno circa i mezzi per conseguire un fine, come è stato detto sopra, trattando del consiglio [q. 14, a.2]. Ma non sono adatti per tutti le stesse cose. Dunque non dovevano essere proposti consigli determinati per tutti.

 

2. Inoltre, i consigli vengono dati circa il miglior bene. Ma non sono determinati i gradi del miglior bene. Dunque non si dovevano dare dei consigli determinati.

 

3. Inoltre, i consigli riguardano la perfezione della vita. Ma anche l’obbedienza appartiene a codesta perfezione. Dunque in modo non appropriato su di essa non è dato alcun consiglio nel Vangelo.

 

4. Inoltre, molte cose che riguardano la perfezione spirituale sono poste tra i precetti, come ad esempio le parole «Amate i vostri nemici» (Mt. 5, 44; Lc. 6, 27] e tutte le norme che il Signore diede agli Apostoli nel capitolo dieci del Vangelo di Matteo. Dunque i consigli non sono stati dati in maniera appropriata nella legge nuova, sia perchè non ci sono tutti, sia anche perchè non sono distinti dai precetti.

 

Ma di contro vi è il fatto che i consigli di un amico sapiente offrono grandi vantaggi, secondo quello che si legge nei Proverbi (27, 9): «Di un unguento e di rari profumi si rallegra il cuore e l'anima è addolcita dai buoni consigli dell'amico». Ma Cristo è sommamente sapiente e amico. Dunque i suoi consigli contengono la massima utilità e sono appropriati.

 

Rispondo dicendo che la differenza tra consiglio e precetto è questa: il precetto implica una necessità, il consiglio invece è lasciato alla scelta di colui al quale viene dato. Ecco perché in maniera appropriata nella legge nuova, che è legge di libertà, ai precetti si aggiungono consigli; non così invece nella legge antica, che era una legge di servitù. È necessario dunque comprendere che i precetti della legge nuova sono dati circa le cose necessarie per conseguire il fine della beatitudine eterna, alla quale la legge nuova immediatamente introduce. Invece i consigli devono avere per oggetto le cose attraverso le quali l'uomo può conseguire meglio e più speditamente il fine suddetto.

Ora, l'uomo è posto tra le cose di questo mondo e i beni spirituali, nei quali consiste la beatitudine eterna: così quanto più aderisce alle prime, tanto più si allontana dai secondi, e viceversa. Colui dunque che aderisce totalmente alle cose di questo mondo, così da porre in esse il proprio fine e prendendo esse come ragione regola delle proprie opere, decade totalmente dai beni spirituali. Ecco perché tale disordine viene eliminato attraverso i precetti. – Per conseguire il fine suddetto, però, non è necessario che l'uomo abbandoni totalmente le cose di questo mondo, poiché un uomo che si serve delle cose di questo mondo, senza fare di essere il proprio fine, può conseguire la beatitudine eterna. Tuttavia potrebbe pervenire ad essere più speditamente abbandonando totalmente i beni di questo mondo ecco perché su questo sono dati nel Vangelo dei consigli.

I beni di questo mondo, che servono alla vita umana, consistono in tre cose: le ricchezze dei beni esterni, che si richiamano a quella che Giovanni chiama «concupiscenza degli occhi»; i piaceri della carne, che si richiamano alla «concupiscenza della carne»; gli onori, che si richiamano alla «superbia della vita» (1 Gv. 2, 16). Ora, abbandonare completamente queste tre cose, per quanto possibile, è oggetto dei consigli evangelici. Su queste tre cose si fondano anche ogni ordine religioso, che professa uno stato di perfezione: si rinuncia infatti le ricchezze con la povertà; i piaceri della carne con la castità perpetua; alla superbia della vita con la sottomissione dell'obbedienza.

L'osservanza piena di queste tre cose riguarda pienamente i consigli proposti. Ma l'osservanza di ciascuno di essi in casi particolari appartiene anch'essa ai consigli, anche se solo in senso relativo ad esempio, quando una persona dà ad un povero un'elemosina, che non è tenuto a dare, segue un consiglio relativamente a ciò. In maniera simile anche quando per un dato tempo qualcuno si astiene ai piaceri della carne, per dedicarsi alla preghiera, segue in quel dato tempo un consiglio. E ancora, quando qualcuno non segue la propria volontà, che potrebbe compiere lecitamente, in un dato fatto, segue un consiglio: ad esempio, se fa del bene ai propri nemici, pur non essendo tenuto a farlo, oppure se perdona un'offesa di cui potrebbe giustamente esigere vendetta. Così anche tutti gli altri consigli particolari si riconducono a quei tre consigli generali e perfetti.

 

Risposta al primo argomento: i consigli suddetti, in se stessi, sono utili a tutti; tuttavia per le cattive disposizioni di alcuni accade che non siano utili per loro, poiché il loro affetto non è incline a queste cose. Ecco perché il Signore, proponendo i consigli evangelici, fece sempre riferimento all'attitudine degli uomini ad osservare tali consigli. Dando, infatti, il consiglio della perpetua povertà, fece questa premessa: «Se vuoi essere perfetto»; e subito dopo aggiunse: «Va’ e vendi tutto quello che hai» (Mt. 19, 21). In maniera simile, dando il consiglio della perpetua castità, quando disse: «Ci sono eunuchi che si sono resi tali per il regno dei cieli», subito dopo aggiunse: «Chi può capire, capisca» (Mt. 19, 12). E analogamente l’Apostolo, nella Prima Lettera ai Corinzi (7, 35), dopo aver raccomandato il consiglio della verginità, dice: «Questo io vi dico nel vostro interesse, non certo per tendervi un laccio».

 

Risposta al secondo argomento: i beni migliori in particolare nei casi singoli sono indeterminati. Ma quelle cose che sono migliori in universale, in maniera totale e assoluta, sono determinate. E ad esse si riconduce anche il meglio anche in quei casi particolari, come è stato detto.

 

Risposta al terzo argomento: si comprende che il Signore diede anche il consiglio dell'obbedienza quando disse: «... e mi segua» (Mt. 16, 24). E noi lo seguiamo non solo imitando le sue opere, ma anche obbedendo ai suoi comandi, secondo quello che si legge nel Vangelo di Giovanni (10, 27): «Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono».

 

Risposta al quarto argomento: le cose che il Signore ha detto a proposito dell'amore verso i nemici, e altre cose simili [Mt. 5 e Lc. 6], se si intendono come disposizione dell'animo, appartengono necessariamente alla salvezza: l'uomo deve essere cioè preparato a fare del bene ai propri nemici e a compiere azioni simili, quando la necessità lo richieda. Ecco perché codesta norma è posta tra i precetti. Tuttavia che uno compia effettivamente e prontamente questo verso i propri nemici, quando non ve n’è necessità, riguarda consigli particolari, come è stato detto. – Invece le norme che si leggono nel Vangelo di Matteo, al capitolo 10, e nel Vangelo di Luca, ai capitoli 9 e 10, erano precetti disciplinari limitati a quel tempo, oppure con cessioni, come è stato detto sopra. Perciò esse non vengono citate tra i consigli.

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova