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SAN TOMMASO D'AQUINO

 

SULLA LEGGE

 

SOMMA TEOLOGICA

PRIMA SECUNDAE (I-II)

(Trad. Giuseppina D'Addelfio)

QUAESTIO 106

Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

ARTICOLO 2

 

La legge nuova giustifica?

 

 

Circa il secondo punto procediamo così. Sembra che la legge nuova non giustifichi. Nessuno infatti può essere giustificato se non obbedisce alla legge di Dio, secondo quello che essi legge, a proposito di Cristo, nella Lettera agli Ebrei (5, 9): «Reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono». Ma il Vangelo non sempre fa sì che gli uomini obbediscano a lui; si dice infatti nella Lettera ai Romani (10, 16): «Non tutti obbediscono al Vangelo». Dunque la legge nuova non giustifica.

 

2. Inoltre, Paolo prova che la legge antica non giustificava, poiché con la sua promulgazione crebbe la disobbedienza; si legge infatti nella Lettera ai Romani (4, 15): «La legge provoca l'ira; dove non c'è legge non c'è nemmeno disobbedienza». Ma molto di più la legge nuova aggiunse disobbedienza: di maggiore pena è infatti degno chi, dopo che la legge nuova è stata data, continua a peccare, secondo quello che si dice nella Lettera agli Ebrei (10, 28 e ss.): «Quando qualcuno ha violato la legge di Mosé, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Quanto maggiore pensate che sarà il castigo di cui sarà ritenuto meritevole di chi avrà calpestato il Figlio di Dio...?». Dunque la legge nuova non giustifica.

 

3. Inoltre, giustificare è opera propria di Dio, come si legge nella Lettera ai Romani (8, 33): «il Dio che giustifica». Ma la legge antica fu data da Dio, così come anche la legge nuova. Dunque la legge nuova non giustifica più della legge antica.

 

Ma di contro vi è ciò che Paolo dice nella Lettera ai Romani (1, 16): «Non mi vergogno del Vangelo: infatti è in potere di Dio dare la salvezza ad ogni credente». Ora, non vi è salvezza senza giustificazione. Dunque la legge del Vangelo giustifica.

 

Rispondo dicendo che, come è stato detto sopra (a. prec.),  due cose appartengono alla legge del Vangelo. Una come elemento essenziale: cioè, la grazia dello Spirito Santo data interiormente; riguardo a questo, la legge nuova giustifica. Di conseguenza, dice Agostino (De Spiritu et Littera, 17): «Lì», cioè nell'antico testamento, «La legge fu imposta dall'esterno, perché con essa venissero spaventati gli ingiusti. Qui», cioè nel nuovo testamento, «è stata data interiormente, per giustificare con essa». – Un altro elemento appartiene alla legge del Vangelo, come elemento secondario: cioè, le dottrine della fede e i precetti che ordinano l'affetto e la capacità di agire dell'uomo; riguardo a questo, la legge nuova non giustifica. Di conseguenza, dice l'Apostolo nella Seconda Lettera ai Corinzi (3, 6): «La lettera uccide, lo spirito invece vivifica». Spiega poi Agostino, nel De Spiritu et Littera (14 e 17), che per lettera va intesa qualsiasi scrittura esistente fuori dagli uomini, ma anche i precetti morali contenuti nel Vangelo. Di conseguenza anche la lettera del Vangelo potrebbe uccidere, se non si aggiungesse ad essa la grazia interiore della fede che salva.

 

Risposta al primo argomento: quell’obiezione muove dalla legge nuova non considerata in quello d’essenziale, ma in base a ciò che in essa è secondario, ovvero guardando ai documenti e ai precetti dati all'uomo dall'esterno, o con la parola o con lo scritto.

 

Risposta al secondo argomento: la grazia del nuovo testamento, sebbene aiuti l'uomo a non peccare, tuttavia non lo conferma nel bene e tanto che l'uomo non possa completamente peccare: questo è proprio dello Stato della gloria. Perciò, se qualcuno, dopo aver accolto la grazia del nuovo testamento e casse, sarebbe degno di una pena maggiore, perché abusa di benefici più grandi, e non si serve dell'aiuto che gli viene dato. Tuttavia non si può per questo dire che la legge nuova «produce l'ira», dal momento che per se stessa, offre un aiuto sufficiente a non peccare.

 

Risposta al terzo argomento: la legge nuova e la legge antica furono date da un unico Dio, ma in maniera diversa. Infatti egli diede la legge antica scritta in tavole di pietra; invece la legge nuova scritta, come dice Paolo, «su tavole costituite da cuori di carne» (2 Cor.  3, 3). Dice poi Agostino, nel De Spiritu et Littera (18), che «l’Apostolo chiama questa lettera scritta fuori dall'uomo, ministero di morte e di dannazione. Chi ama invece la legge del nuovo testamento, ministero di spirito e di giustizia, poiché mediante il dono dello Spirito noi operiamo secondo giustizia e siamo liberati dalla dannazione della disobbedienza».

 

 
     

SULLA LEGGE

SULLA LEGGE IN GENERALE

I-II, q. 90, Sull’essenza della legge

I-II, q. 91, Le diverse leggi

I-II, q. 92, Sugli effetti della legge

SULLE PARTI DELLA LEGGE

Legge eterna

I-II, q. 93, Sulla legge eterna

Legge naturale

I-II, q. 94, Sulla legge naturale

Legge umana

I-II, q. 95, Sulla legge umana in se stessa

I-II, q. 96, Sul potere della legge umana

I-II, q. 97, Sul cambiamento delle leggi

Legge antica

I-II, q. 98, Sulla legge antica

I-II, q. 99, Sulla distinzione dei precetti della legge antica

I-II, q. 100, Sui precetti morali

I-II, q. 101, Sui precetti cerimoniali in se stessi

I-II, q. 102, Sulle cause dei precetti cerimoniali

I-II, q. 103, Sulla durata dei precetti cerimoniali

I-II, q. 104, Sui precetti giudiziali

I-II, q. 105, Sulla natura dei precetti giudiziali

Legge nuova

I-II, q. 106, Sulla legge nuova (che è la legge del Vangelo) in se stessa

I-II, q. 107, Sul confronto tra la legge nuova e la legge antica

I-II, q. 108, Sulle cose che sono contenute nella legge nuova